Relazione del presidente

Rudi Pavšič

Cividale del Friuli – Centro San Francesco, 5 maggio 2006

Egregi associati, gentili ospiti,
ho il piacere di inaugurare il XXIIIo Congresso della Slovenska kulturno-gospodarska zveza (SKGZ) – Unione Culturale Economica Slovena all insegna del motto Dai un futuro alla tua lingua . Questo motto preannuncia l argomento principale delle nostre discussioni che verteranno intorno alla lingua e alla cultura degli sloveni in Italia ossia della comunità etnica slovena nel Paese in cui viviamo e di cui siamo parte integrante di pari diritto.
Ciò è tanto più attuale dopo le ultime elezioni parlamentari e locali, che hanno visto l affermazione del centrosinistra di Prodi a Roma e anche nella nostra regione, ad eccezione del Comune di Trieste, hanno assunto la guida delle Province di Trieste e Gorizia, nonché dei Comuni di Muggia e Monfalcone, coalizioni a noi favorevoli. Senza giudicare i singoli esiti elettorali, mi sento di poter affermare che siamo di fronte a nuove sfide per noi più vantaggiose. Certamente il governo Prodi affronterà le nostre problematiche in modo diverso e migliore, a partire dalla legge di tutela. Al contempo si apriranno nuove prospettive nei rapporti tra l Italia e la Slovenia e con l intera Europa sudorientale.
Si creeranno le condizioni per delle nuove strategie alle quali dobbiamo aderire anche noi. In che modo e con quali argomenti lo faremo, sono interrogativi a cui dobbiamo trovare risposta all interno della nostra comunità.
Se consideriamo il luogo in cui inauguriamo il nostro congresso, Cividale, e il tema che andremo ad affrontare, ci vengono in mente due nomi: dottor France Prešeren e monsignor Ivan Trinko-Zamejski. Quando Prešeren scriveva le sue splendide poesie, lo sloveno non era l unica opzione possibile. Lo studioso Jernej Kopitar, fedelissimo all Austria, sosteneva la tesi, secondo cui gli sloveni avrebbero dovuto accontentarsi della lingua e della tradizione popolare. L Austria temeva la nascita di popoli nuovi sulla base dei principi linguistico-culturali promossi dal romanticismo tedesco. Si trattava di un dilemma politico, che nella Slavia Veneta è attuale ancora oggi, dove coloro che sono contrari alla causa slovena riconoscono i dialetti ossia la nostra parlata , ma invitano a non utilizzare lo sloveno standard nella vita pubblica.
Un altra corrente sviluppatasi al tempo di Prešeren, che ha continuato a crescere anche in epoche successive, fu il cosiddetto Illirismo. Si trattava di un movimento culturale e politico che sosteneva l unificazione degli sloveni, dei croati e di altre comunità etniche degli slavi del sud in un unica nazione con un unica lingua.
France Prešeren, e la cerchia di persone che la pensavano allo stesso modo, si schierò apertamente a favore di uno sloveno colto e di una cultura slovena contemporanea. Con questa presa di posizione, a cui egli diede vita nella sua poesia, Prešeren pose le basi per lo sviluppo del moderno popolo sloveno. Noi sloveni ci consideriamo pertanto un popolo e una nazione le cui fondamenta esistenziali sono rappresentate dalla lingua e dalla cultura.
Monsignor Ivan Trinko era figlio delle valli della Slavia Veneta, una regione povera e fatalmente isolata dal resto della popolazione slovena dal punto di vista linguistico e culturale. Nonostante le difficili condizioni Ivan Trinko imparò da solo lo sloveno utilizzandolo nelle poesie e nella prosa. Allacciò contatti con importanti personalità slovene dell epoca, a partire da Gregorčič, divenne un acceso sostenitore del risorgimento sloveno guardando a un domani in cui i suoi fratelli della Slavia Veneta avrebbero fatto coscientemente parte della famiglia slovena. Trinko instaurò inoltre una fitta rete di contatti con gli intellettuali, gli scienziati e i politici italiani e friulani. Oltre a dedicarsi alla sua missione pastorale e all insegnamento Trinko era anche politicamente impegnato. Aveva tracciato il cammino della coscienza e della convivenza che ancora non abbiamo percorso fino in fondo. Mise in evidenza i problemi che non erano ancora stati risolti. Riuscì a infondere negli altri quella forza e quel coraggio di cui abbiamo bisogno ancora oggi. Anche Trinko sapeva che nulla viene da sé.
Ho citato questi due importanti personalità, poiché per gli sloveni in Italia la lingua e la cultura slovena non sono state sempre qualcosa di scontato e di assicurato. La storia ci ha collocati in un area, in cui i dilemmi sono una costante e la presa di posizione di Prešeren e Trinko un impegno concreto. Per un organizzazione, come la SKGZ, la lingua e la cultura rappresentano il senso primario della nostra esistenza e l obbiettivo ultimo di tutte le nostre attività. Nel nome della nostra organizzazione compare anche la parola economica , poiché la storia ci insegna che l arretratezza economica può togliere all individuo e alla comunità la sua lingua e la sua identità. Anche in questo caso la Slavia Veneta è la prova vivente di questa drammatica realtà.
Pur avendo le idee ben chiare su quali siano i nostri obiettivi e la nostra missione, ci rendiamo perfettamente conto che i tempi stanno cambiando, portando con sé molte novità positive, ma anche nuovi rischi e pericoli. La nostra comunità vive in una realtà di contatto. Per noi è naturale lavorare in ambienti italiani, avere amici italiani e friulani, sposarsi con italiani, acquisendo nuove parentele, mettendo al mondo figli e creando così nuove realtà. Guardiamo la televisione italiana, leggiamo i quotidiani e i libri italiani, in pratica, sia come singoli sia come comunità siamo parte di un mondo che non ha nulla a che vedere con Lubiana o Novo mesto. Al contempo ci troviamo di fronte a questioni di carattere generale come l industria culturale, la massificazione, l omogeneizzazione, la relatività dei valori, l atomizzazione sociale ecc.
Questi e altri fattori comportano visibilmente, o meglio, percettibilmente numerose interferenze negative nella nostra lingua e nella nostra cultura, il che lo possiamo verificare empiricamente durante le nostre discussioni quotidiane, ascoltando la radio o la televisione slovena locale, leggendo i nostri giornali. È pur vero che anche in Slovenia si trovano ad affrontare diversi problemi linguistici, che però non hanno neanche lontanamente lo stesso peso esistenziale di quanto invece avviene qui. Credo che i fattori appena menzionati siano più determinanti per la perdita della lingua, rispetto a fenomeni di aperta contrapposizione politica agli sloveni di cui alcuni politici italiani si servono per ottenere consensi.
La subcultura dell indifferenza opera tra di noi anche attraverso lo sfruttamento limitato dei diritti linguistici di cui disponiamo. Potremmo fare molti esempi che tutti noi conosciamo bene.
Nell individuare i pericoli e le mancanze a nulla ci servirà demonizzare la realtà dei fatti, idealizzare il passato o addirittura accusare i nostri vicini e connazionali di lingua diversa. Se vogliamo dare un futuro alla nostra lingua dobbiamo pensare realisticamente ai modi e agli strumenti per arginare i pericoli e per poterci sviluppare come singoli e come comunità nelle condizioni esistenti. Per questo dobbiamo definire obiettivi, strategie e tattiche precise. Dobbiamo scegliere. Nel menzionare le strategie e le scelte cercherò di essere il più schematico possibile.
Nella nostra regione, purtroppo, la convivenza e i diritti degli sloveni non sono ancora un valore condiviso dalla sinistra e dalla destra, il che dovrebbe essere qualcosa di assolutamente naturale nel nuovo secolo, alla luce dell integrazione europea, dell adesione della Slovenia all Unione Europea e dell imminente caduta dei confini tra la Slovenia e l Italia. Nel nostro territorio la questione nazionale è tuttora condizionata da fattori storici o da regolazioni di conti politici del momento. Perciò il governo di centrodestra di Berlusconi, con l aiuto dei suoi numerosi adepti locali, ha ostacolato sistematicamente l attuazione della legge di tutela.
La legge in questione è stata approvata dal precedente governo di centrosinistra pertanto ci aspettiamo che dopo cinque anni di opposizione e dopo la vittoria elettorale, alla quale abbiamo contribuito anche noi sloveni, si giunga finalmente alla sua attuazione. Noi non dobbiamo certo stare a guardare, ma dobbiamo affrettarci a definire un calendario delle priorità, poiché non riusciremo a ottenere tutto in un colpo solo. Ci auguriamo che il nuovo governo nazionale approvi al più presto anche il nuovo statuto regionale, nel quale la maggioranza di centrosinistra ha tenuto fortemente conto della presenza slovena. Anche la speciale legge regionale è importante per gli sloveni. Oltre all attuazione dei singoli articoli fondamentali e di principio della legge auspichiamo, malgrado i tempi difficili, anche un aumento dei contributi a favore delle attività culturali slovene. La nostra richiesta non deve apparire come un gesto d ingordigia: lo Stato italiano ci assegna, infatti, già da quindici anni quasi gli stessi finanziamenti stanziati con l introduzione della legge per le aree di confine. La legge che assegnava i contributi è cambiata, ma le quote sono rimaste invariate. Considerando il tasso d inflazione siamo diventati perciò molto più poveri. La lingua e la cultura slovena non possono essere gestite soltanto a livello amatoriale o dalla buona volontà dei singoli. La SKGZ ha sempre sostenuto la necessità di promuovere, oltre alle organizzazioni culturali, sportive, scoutistiche, sociali e di altro tipo, che sono per noi di fondamentale importanza, anche enti artistici professionali, attività di ricerca e di studio professionali, media professionali. È un idea che risale ancora agli inizi del secolo scorso: il simbolo di un tale impegno era il Narodni dom, incredibilmente moderno per quell epoca. Noi vogliamo portarla avanti all insegna della qualità che è l unica garanzia di cui disponiamo per non perdere la nostra lingua e la nostra cultura. La SKGZ ha sostenuto questa tesi fin dalla sua istituzione e conformemente a ciò ha fondato enti e istituti professionali.
Oltre alle due leggi italiane va ricordata anche la nuova legge per gli sloveni oltre confine e nel mondo, approvata di recente dal parlamento sloveno. Desideriamo esprimere la nostra soddisfazione nei confronti di questa legge, poiché i rappresentanti della Repubblica di Slovenia hanno così adempito al loro impegno costituzionale che interessa anche gli sloveni residenti oltre i confini nazionali, ma che appartengono allo stesso popolo. Come comunità e come organizzazione vogliamo essere coinvolti nelle decisioni fondamentali della Slovenia che ci riguardano direttamente. Sappiamo cosa vogliamo e a questo scopo abbiamo creato dei soggetti di rappresentanza diretti con i quali il governo sloveno può dialogare. Assieme alle altre comunità slovene dei Paesi confinanti abbiamo istituito un organo di rappresentanza, il Coordinamento delle minoranze slovene SLOMAK , un soggetto collettivo forte e sufficientemente rappresentativo da potersi confrontare e lavorare con lo Stato sloveno e le sue istituzioni. Un rapporto attivo con il centro del Paese è fondamentale per essere in grado di dialogare con la nostra patria come sloveni sui crocevia che portano la Slovenia in Europa.
Ripeto: ovviamente dobbiamo essere capaci di creare delle priorità soprattutto a casa nostra. Vorrei menzionarne qualcuna. Al primo posto metterei le scuole slovene. A Trieste e Gorizia le strutture sono sufficientemente forti, nella Slavia Veneta si attendono ancora gli sviluppi necessari. Le nostre scuole vengono frequentate da alunni provenienti da famiglie slovene, da famiglie miste e da famiglie esclusivamente italiane. A tutti loro vorrei lanciare un messaggio chiaro: le scuole slovene rappresentano un valore aggiunto per tutti, rappresentano nuove qualità, maggiori conoscenze. La lingua e la cultura slovena conservano in sé l incommensurabile ricchezza delle nostre radici comuni che sono saldamente piantate in questo angolo d Europa. L inglese sarà forse più pratico, ma non riuscirà mai a ricreare quello spazio vitale e intellettivo nel quale viviamo. Lo sloveno è parte della nostra realtà e della nostra identità e ciò vale per tutti: per coloro che lo studiano come lingua madre e per coloro che lo vogliono inserire nel proprio bagaglio culturale. Questo deve essere il messaggio delle nostre scuole!
La scuola non deve essere considerata un imposizione: deve fornire i mezzi per identificarsi e per individuare le radici e le coordinate per il futuro. Deve essere aperta e alla mano, soltanto così risulterà davvero attraente per noi e per gli altri.
Ma la scuola non può crescere in uno spazio vuoto. Noi sloveni in Italia siamo una comunità ben organizzata, che necessita tuttavia di una revisione del proprio sistema. A questo scopo la SKGZ e la Confederazione delle organizzazioni slovene (SSO) hanno organizzato assieme la conferenza programmatica che ha richiesto due anni di sforzi. Non siamo giunti a risultati concreti, ma le conclusioni della conferenza sono per noi attuali tuttora, poiché non si è trattato di una chiacchierata al bar o di una semplice tavola rotonda con buffet.
I risultati ottenuti in alcuni settori dimostrano senza alcun dubbio che la comunità slovena è molto attiva, ma spesso manca di un organizzazione sensata, non possiede delle visioni comuni, non tende all innovazione, le parti tendono a difendere i doppioni ecc. Abbiamo un economia atomizzata, un assistenza sociale spesso non integrata, i giovani hanno pochi punti di riferimento e così via.
Numerose organizzazioni e attività si basano innanzitutto sugli interessi di una o dell altra parte al fine di mantenere il proprio numero di associati o la propria cerchia di sostenitori, piuttosto che sull impegno a vantaggio dello sviluppo unitario dell intera comunità. Pertanto è necessario che la SKGZ e lo SSO predispongano un calendario d incontri e nominino un organo di coordinamento ristretto di carattere operativo che prepari delle proposte concrete da valutare o da approvare.
Come SKGZ vorrei accennare ad alcune proposte che potrebbero essere realizzate a medio termine. Nella Slavia Veneta si dovrebbe creare un comitato operativo per la costruzione di un centro culturale polifunzionale. Il settimanale Novi Matajur e il bisettimanale Dom dovrebbero individuare progetti comuni da realizzare a livello di redazione. Le singole organizzazioni culturali a livello amatoriale dovrebbero individuare possibili sinergie. Nel Goriziano la Glasbena matica e il Centro di musica Emil Komel dovrebbero trovare un accordo sull insegnamento dei singoli strumenti e organizzare una stagione d abbonamento congiunta. I centri culturali goriziani dovrebbero sviluppare attività integrative, concordate in fase di programmazione. Le nostre case editrici dovrebbero individuare maggiori opportunità di collaborazione. Si dovrebbero trovare le risorse necessarie per creare almeno uno spazio grafico-espositivo a Trieste. Per non parlare poi della necessità di istituire centri d informazione culturale a Trieste, Gorizia e Cividale. Le due unioni economiche dovrebbero avviare finalmente l unificazione programmata da anni. Si rende necessario unificare il sistema dei servizi gestito oggi da organizzazioni economiche e da altre associazioni di categoria. Questi sono solo alcuni esempi per realizzare concretamente le conclusioni alle quale siamo giunti durante la Conferenza programmatica.
È chiaro che i grandi problemi possono essere risolti soltanto da un organo come la Rappresentanza congiunta, legata sia alla minoranza sia alle istituzioni. A questo proposito la SKGZ ha espresso già più volte il suo punto di vista e continuerà a impegnarsi affinché si giunga alla realizzazione di un organo di questo tipo. La nostra comunità sarà efficace soltanto se riusciremo a coltivare, in qualità di sindacato etico e di fautore politico-culturale, stretti rapporti con le istituzioni in Italia, Slovenia e in Europa, parlando sempre più la stessa lingua e promuovendo le stesse tesi.

Signore e signori! Quando parliamo di dare un futuro alla nostra lingua, non possiamo certo trascurare i giovani, la formazione di nuovi quadri, il che non significa mettere le persone in riga , bensì offrire opportunità, formazione e conoscenze. Rafforzare la profonda sensazione che il cervello non sia un organo da mettere a riposo conclusi gli studi, ma che come tutti gli altri muscoli del corpo necessiti di un allenamento costante. Dobbiamo fare in modo che i giovani non ci considerino sospetti e poco interessanti già al primo contatto. In relazione a ciò vorrei ricordare l iniziativa formativa SLOVIK, fortemente voluta dalla SKGZ e dal suo quadro economico. A Gorizia in particolare il nostro gruppetto di giovani manager ha creato un interessante laboratorio economico. Stiamo diventando interessanti e vincenti nel settore economico. Si tratta di un economia sensibile alla lingua e alla cultura slovena cosciente del fatto che questi due concetti sono un valore aggiunto alle cifre. Da qui l idea di realizzare il Centro KB a Gorizia e altre iniziative come ad esempio la Casa del film in piazza Vittoria o il contributo fattivo per l apertura dell università di Nova Gorica da questo lato del confine. Stiamo investendo in tutto ciò per noi e per le generazioni future. L affermazione economica della nostra comunità ha rappresentato fin dall inizio l impegno maggiore della nostra organizzazione e questo obiettivo è tanto più importante oggi considerando la disponibilità sempre più limitata di risorse per il funzionamento delle nostre organizzazioni e dei nostri enti. È importante che tutti i soggetti economici si affermino, dagli imprenditori alle società più grandi, agli istituti finanziari, poiché così sarà l intera comunità ad affermarsi. Pertanto dobbiamo sostenere una crescita economica sana, dobbiamo rallegrarci di tutti i successi ottenuti in questo campo e superare l insana invidia che spesso si manifesta anche qui da noi.

In tutto ciò il ruolo della nostra Unione è duplice. La priorità è aiutare e sostenere tutte quelle iniziative che rafforzano la base materiale della nostra minoranza e che contribuiscono direttamente o indirettamente allo sviluppo di una comunità più ampia, come l istruzione, la formazione dei quadri e la realizzazione di iniziative imprenditoriali congiunte. Anche l integrazione degli imprenditori in un organizzazione/un forum economico congiunto a livello regionale rappresenta per noi un obiettivo, poiché soltanto uniti e senza inutili divisioni saremo in grado di rispondere a sfide economiche sempre maggiori.
Dobbiamo, inoltre, impegnarci per conservare e valorizzare al meglio i beni di proprietà della nostra organizzazione. Dopo i difficili anni novanta ci siamo presi la responsabilità di gestire in modo trasparente i beni rimasti delle società immobiliari e di altro tipo. Questi beni sono ora a disposizione di fondazioni, che rispecchiano il nostro livello organizzativo. La gestione di quote di maggioranza in società immobiliari e di un importante quota in una società finanziaria deve avere come priorità la conservazione del patrimonio e la creazione di valore aggiunto che verrà nuovamente investito o che verrà trasmesso ai nostri enti e alle nostre organizzazioni. Le fondazioni hanno anche il compito di nominare gli amministratori e i controllori competenti in grado di svolgere il proprio lavoro con scrupolosità e sono convinto, poiché i risultati lo dimostrano, che negli ultimi anni hanno svolto questo compito con successo.
Al contempo la SKGZ si deve riorganizzare al suo interno. Dobbiamo adottare un modello più flessibile di organi e comitati capaci di interagire con gli associati. Dovremmo avere qualche riunione in meno e creare piuttosto le condizioni per riflessioni e analisi più approfondite. Bando alle ciance, cerchiamo di essere più concreti nelle nostre proposte.
Dobbiamo rivedere le nostre esigenze, valutare le opportunità e trovare quindi delle soluzioni concrete. Certamente dobbiamo giungere al confronto, ma dove gli altri vengono a mancare noi ci dobbiamo essere. In questo senso rinnovo l invito alla SSO Confederazione delle Organizzazioni Slovene: non abbandoniamo i contatti presi, non temiamo le nuove sfide, lavoriamo per l intera comunità! Il pluriennale presidente della SKGZ Boris Race, che purtroppo non è più tra noi, diceva spesso: La SKGZ non deve pensare soltanto a sé stessa, ma all intera comunità. Nel momento in cui abbiamo messo da parte questo principio, siamo diventati più deboli.

Signore e signori,
l impegno a favore della lingua e della cultura slovena sono una priorità per l intera minoranza slovena e per tutti gli sloveni in Italia, pertanto dobbiamo avere il coraggio di dare un futuro alla nostra lingua, di caricare nuove provviste sulla nostra barca e di eliminare le zavorre che la storia ci ha lasciato. Issiamo le nostre nuove vele coscienti del fatto che la barca della SKGZ è forte e che ha saputo evitare già molti scogli.
Manteniamo la forza dell ottimismo e restiamo al centro degli eventi. Lunga vita all Unione Economica Culturale Slovena.